epicondilite

L’Epicondilite

Bentornati nel nostro spazio dedicato agli approfondimenti: il prossimo argomento della rubrica “I nervi non si accavallano” riguarda l’Epicondilite, una patologia che colpisce più pazienti di quanto si pensi e che può avere un impatto sociale molto pesante in quanto fortemente invalidante.

Erroneamente definita come un “problema che colpisce i tennisti o chi fa sport a livello agonistico”, l’epicondilite rappresenta una sindrome di cui soffrono particolarmente imbianchini, muratori, giardinieri, pittori professionisti e tutti coloro che svolgono attività ripetitive che coinvolgono la mano e il polso (es. utilizzo per molte ore del mouse).

Il primo a definire questa patologia fu Runge nel 1873 che la identificò come: crampo dello scrivano. Nel 1882 Morris coniò invece la definizione che è entrata nell’immaginario collettivo: gomito del tennista. Per individuare una corretta strategia terapeutica, volta alla risoluzione del problema, è necessario avere una diagnosi fornita dal medico ortopedico. Seguendo lo studio del Dr. Maigne (1974), il quale verificò che il 60% di epicondiliti erano da attribuire a una problematica cervicale, in particolare delle articolazioni posteriori C5-C6 e C6-C7, è da valutare con attenzione la possibilità che i dolori irradiati in zona laterale del gomito, non siano da attribuirsi direttamente all’epicondilite. E’ anche possibile che una patologia di spalla, possa manifestarsi con una alterazione della funzionalità del gomito.

COME SI MANIFESTA?

Solitamente il dolore può essere brusco, violento, trafittivo che si irradia dall’avambraccio lungo il decorso muscolare fino a raggiungere il polso. Nella maggior parte dei casi aumenta con il movimento ed è sedato dal riposo.

CAUSE POSSIBILI

  • Sindrome da “over use “ (sovraccarico da sforzi ripetuti);
  • Degenerazione tessutale dovuta al fisiologico invecchiamento, in particolar modo nella IV e V decade di vita;
  • Caratteristiche locali;
  • Anatomico-fisiologico dell’inserzione tendinea all’osso, visto che questa zona è scarsamente vascolarizzata e quindi più esposta a lesioni;
  • Per gli amici tennisti le particolari cause possono essere: manico della racchetta troppo piccolo; tensione corde non adeguata; erronea tecnica di esecuzione dei colpi.


Il muscolo particolarmente interessato è l’estensore radiale breve del carpo (E.R.B.C.), del quale si sono occupati molti studi biomeccanici.

COME SI CURA?

Gli studi clinici e l’esperienza personale portano a identificare nella terapia fisica e manuale la strada più indicata per la risoluzione di questa patologia. Non esistendo una terapia di elezione, mi limito a indicare le più innovative tecniche strumentali e manuali di successo per curare l’epicondilite.
– TECARTERAPIA;
– MASSAGGIO TRASVERSO PROFONDO (MTP) secondo Cyriax;
– KMT (mobilizzazione dei tessuti tramite appositi strumenti);
– KINESIOTAPING.
– In casi resistenti a questi trattameni, il medico ortopedico può optare per l’utilizzo di infiltrazioni con corticosteroidi e in casi estremamente selezionati optare per l’intervento chirurgico.

Per la tua salute, scegli un professionista del settore

condividi questo articolo