Benvenuti alla 5° puntata della rubrica “I nervi non si accavallano”, oggi andremo ad analizzare una patologia molto conosciuta dagli sportivi ed in particolar modo dai runner. La fascite plantare è la causa principale di dolore al piede.
Questa patologia colpisce principalmente gli sportivi, tipicamente i corridori o chi pratica sport su superfici particolarmente dure, (tipo parquet per il basket o cemento per il tennis ecc.) Il dolore si manifesta soprattutto alla mattina, tipicamente al primo passo scendendo dal letto, poi lentamente decresce durante la giornata per peggiorare di nuovo dopo varie sollecitazioni, sia sportive che non.
LE PRINCIPALI CAUSE
Tra le principali cause di fascite plantare ci sono:
- Scarsa flessibilità dei muscoli delle catene cinetiche posteriori (ischiocrurali, gastrocnemio, tendine di Achille, fascia plantare);
- Ipomobilità della caviglia (con retrazione della sua capsula, magari come esito di una distorsione mal curata);
- Eccessivo uso di scarpe con tacchi alti;
- Obesità.
Il primo passo da intraprendere è sottoporsi a una visita medico-specialistica fisiatrica per chiarire la diagnosi e stabilire il trattamento più adeguato. La fascite plantare arriva a essere così dolorosa da costringere a sospendere l’attività sportiva: purtroppo è solo allora che si prende sul serio la situazione, incolpando dell’infiammazione l’uso di scarpe non adatte o l’ultima attività specifica sostenuta, ma di solito si tratta della classica goccia che fa traboccare il vaso. L’origine risiede in un sovraccarico della fascia plantare ed è favorita da una retrazione della fascia stessa e dalla scarsa elasticità del polpaccio e, più in generale, della catena muscolare posteriore.
RIMEDI
- Innanzitutto è necessario mettere a riposo la fascia plantare evitando almeno nelle prime fasi le attività ad alta intensità come corsa, salti, o anche lunghe camminate e lo stare in piedi per molto tempo;
- È bene individuare l’eventuale scarpa “sbagliata” e valutare l’uso di talloniere o solette in gel, per ammortizzare l’appoggio del tallone a terra;
- In seguito si può iniziare a svolgere esercizi di stretching della fascia plantare e del polpaccio. È importante impegnarsi tutti i giorni con costanza in questa pratica;
- Il massaggio decontratturante della fascia plantare e lo scarico di tutti i muscoli della catena miofasciale posteriore che arriva fino alla testa sono molto utili nel recuperare l’elasticità di questi tessuti;
- Per l’eliminazione del dolore inoltre si può far uso della tecarterapia che con la sua capacità di concentrare il calore in profondità, aiuta i tessuti a sfiammarsi e rigenerarsi.;
- Applicazioni di taping elastico tra una seduta e l’altra possono ridurre il carico di stress sulla fascia plantare e di conseguenza ridurre anche i tempi di recupero.