pubalgia

La Pubalgia

 

Buongiorno e benvenuti alla prima puntata della rubrica “I nervi non si accavallano”.

Oggi tratteremo una patologia molto frequente chiamata comunemente Pubalgia ma meglio definita come Sindrome Retto Addutoria. Buona lettura!

 

CHE COS’E’ LA PUBALGIA

La pubalgia è molto diffusa tra gli sportivi. Può colpire, sebbene più raramente, anche chi non pratica sport in modo professionistico e spesso, in questi casi, la causa va ricercata in altri fattori, come gli squilibri posturali.
Una particolare variante della Pubalgia colpisce le donne in gravidanza, come conseguenza dell’accentuazione della retroversione del bacino e aumentata iperlodosi.
Si tratta di una patologia dolorosa che interessa la regione pubica, provocata da entesopatia delle inserzioni muscolo-tendinee di muscoli adduttori e addominali all’osso pubico, per un sovraccarico funzionale sia acuto o subacuto sia cronico.

 

CAUSE

Cause della Sindrome retto-adduttoria, soprattutto nella forma classica di lesione cronica, vanno ricercate in un sovraccarico funzionale relativo. Non è quindi necessario un elevato livello di sollecitazione, ma può essere sufficiente anche un carico modestamente elevato applicato a una struttura vulnerabile. Le cause meccaniche, di gran lunga le più frequenti, sono in grado di alterare gli equilibri muscolari e tendinei e conseguentemente di rendere più vulnerabili al microtrauma le inserzioni.

Scoliosi, iperlordosi, ipolordosi, varismo marcato delle ginocchia, eterometrie degli arti inferiori e patologie a carico dell’articolazione coxo-femorale possono produrre disturbi della meccanica muscolare e tendinea della regione sovra e sottopubica.
Oltre a queste patologie si possono avere lesioni muscolari traumatiche degli adduttori e, più raramente, dei muscoli addominali, e le fibrosi conseguenti che ne derivano possono influenzare la dinamica e l’equilibrio della muscolatura del bacino.

 

PROGNOSI E TRATTAMENTI

La prognosi della Sindrome retto-adduttoria è variabile e dipende dalle modalità di insorgenza, dall’età della lesione e dallo stato dei tendini interessati. E’ importante, soprattutto in campo sportivo, seguire le indicazioni terapeutiche dello specialista.
La terapia conservativa della Pubalgia consiste soprattutto nella correzione di cause meccaniche infiammatore, o eventuali cause flogistiche e metaboliche, attraverso la correzione di posture scorrette, l’uso di rialzi nelle eterometrie, plantari per modificare la distribuzione del carico sugli arti inferiori. A questa viene associato un periodo, più o meno prolungato, di riposo o riduzione del carico, eseguendo esercizi in palestra a catena chiusa o attività in acqua. E’ consigliato evitare in modo assoluto il riposo completo, perché l’inattività provoca, a livello delle strutture tendinee, gli stessi effetti del sovraccarico. Di solito è bene associare un trattamento farmacologico antalgico a base di FANS e/o di steroidi. Nei casi particolarmente resistenti è utile una terapia infiltrativa.
Dal punto di vista del trattamento meccanico molto efficace è la massoterapia, sia muscolare che connettivale, lo stretching assistito e la ginnastica eccentrica.
La terapia fisica si avvale di onde d’urto (trattamento elettivo, di maggiore efficacia e con maggiore possibilità di successo), tecar terapia, laser terapia e ultrasuoni.
L’indicazione chirurgica è da considerarsi in caso di lesione distrattiva acuta totale o subtotale che richiede la ricostruzione del tendine, o nel caso in cui una lesione cronica non risente beneficio dal trattamento conservativo.

Per pubalgia si intende generalmente una sindrome dolorosa della griglia pelvica che rientra tra le “patologie da sovraccarico”, si fa risalire cioè a una serie di microtraumi ripetuti nel tempo. In sostanza, quindi, è un dolore muscolare che riguarda diversi gradi di lesione dei muscoli della zona frontale e bassa dell’addome e della sinfisi pubica.
Questa patologia interessa soprattutto gli sportivi, coloro che svolgono attività continuative e ad alto livello, come ad esempio chi pratica il calcio, il tennis, la scherma, la pallamano, l’atletica, la danza, l’equitazione, tutte discipline nelle quali è richiesta un’intensa sollecitazione degli arti inferiori.

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